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Pubblicato il 08.03.2023

L'editoriale di ClicLavoro Veneto: una nuova stagione per l'occupazione femminile?

In occasione della Giornata internazionale della donna, Letizia Bertazzon e Ilaria Rocco, dell’Osservatorio Mercato del Lavoro di Veneto Lavoro, si interrogano su come la recente crescita dei posti a tempo indeterminato potrebbe rappresentare, anche per le donne, il segnale di nuove e più stabili opportunità di accesso al mondo del lavoro


La rinnovata vivacità della domanda di lavoro dipendente registrata nel corso dell’ultimo biennio ha interessato in maniera significativa sia gli uomini che le donne alimentando in entrambi i casi una nuova espansione delle posizioni di lavoro e degli occupati. Nello specifico, a fare la differenza rispetto al passato, sono le dinamiche particolarmente positive registrate per il tempo indeterminato con un rafforzamento dei nuovi rapporti di lavoro attivati ed un’intensificazione dei movimenti in entrata ed uscita per e da questa forma contrattuale.

Ferme restando le già documentate criticità connesse all’inserimento delle donne nel mercato del lavoro e alle differenti modalità e opportunità di partecipazione rispetto agli uomini, le recenti dinamiche di crescita trainate dall’espansione del tempo indeterminato sono risultate particolarmente favorevoli per le donne.

Come ampiamente documentato per il Veneto nell’ultimo approfondimento a cura dell’Osservatorio regionale Mercato del LavoroL’accesso al tempo indeterminato: donne e percorsi lavorativi”, le peculiarità dei recenti andamenti occupazionali hanno interessato in maniera significativa, e per certi aspetti inedita, la componente femminile.

Le posizioni a tempo indeterminato hanno segnato un’importante crescita che, pur continuando ad accompagnarsi a livelli elevati nel ricorso al lavoro a termine, ha mostrato un particolare rafforzamento proprio tra le donne: nel 2021 le donne hanno guadagnato più posizioni degli uomini e nel 2022, nonostante un bilancio meno favorevole, per la componente femminile si sono registrate variazioni in entrata ed in uscita da questa tipologia contrattuale molto più vivaci di quelle osservate per i maschi. Una significativa intensificazione si è registrata, oltre che per quanto riguarda i flussi in ingresso, anche con riferimento alle cessazioni ed in particolare alle dimissioni che sono aumentate in modo rilevante sia rispetto al 2019 che al 2021.

Nel corso del 2022 sono state quasi 91.400 le donne hanno avuto accesso ad un nuovo rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Nel 75% dei casi si tratta di lavoratrici assunte nel settore terziario: tra queste oltre un terzo nei servizi alla persona (in particolare sanità e servizi sociali) e oltre un quarto nell’ambito del commercio e dei servizi turistici. Il 24% delle nuove assunzioni a tempo indeterminato è invece avvenuto nell’industria, prevalentemente in alcuni comparti del manifatturiero locale.

Analizzando i percorsi occupazionali di queste donne è interessante osservare come in maggioranza si tratti di lavoratrici con precedenti esperienze lavorative: nel 61% dei casi con un rapporto a termine e nel 39% con un altro contratto di lavoro a tempo indeterminato (di cui la metà conclusosi con le dimissioni e la successiva riassunzione a meno di un mese dalla cessazione). Per le donne appartenenti a quest’ultimo gruppo, pur in presenza di una tendenza a rimanere all’interno del medesimo comparto occupazionale, si osserva inoltre un interessante rafforzamento (più marcato che tra gli uomini) dei movimenti intersettoriali, con un crescente numero di spostamenti dal terziario all’industria e viceversa.

In generale le evidenze emerse mostrano come la rinnovata mobilità che trasversalmente contraddistingue il mercato del lavoro (dopo le pesanti ricadute della pandemia e nonostante il persistere di un generale clima di forte incertezza) interessi anche, e per certi versi soprattutto, le donne.

In questo contesto, il particolare rafforzamento del tempo indeterminato può essere letto sia come l’esito di esperienze culminate con il consolidamento (più o meno definitivo) dei percorsi lavorativi, sia come il presentarsi di nuove opportunità di accesso “stabile” al mercato del lavoro. Siano esse nel medesimo ambito occupazionale oppure – sempre con maggior frequenza – anche in ambiti lavorativi completamente diversi rispetto a quelli dove si sono accumulate le esperienze precedenti. Come ben dimostra la crescita della mobilità associata all’espansione del tempo indeterminato (cui va ricollegato il dibattuto incremento delle dimissioni), si delinea oggi anche per le donne un contesto di nuove opportunità. Deboli segnali certamente, in un contesto di riferimento che, come già ricordato, comunque rimane per molti aspetti critico per la componente femminile. Ciò nonostante, complici le crescenti tensioni sul fronte occupazionale con dichiarate difficoltà nel reclutamento di lavoratori in molti settori, non sembra avventato ipotizzare anche l’emergere di differenti opportunità di inserimento nel mercato del lavoro e, sicuramente, una possibilità di cambiamento che per molte oggi si fa più concreta rispetto al passato.

 

Letizia Bertazzon, Osservatorio Mercato del Lavoro di Veneto Lavoro

Ilaria Rocco, Osservatorio Mercato del Lavoro di Veneto Lavoro


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