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Pubblicato il 08.03.2024

L'editoriale di ClicLavoro Veneto: una campagna regionale per promuovere la parità di genere e l'occupazione femminile

In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, Silvia Cavallarin e Monia Barazzuol di Veneto Lavoro illustrano obiettivi e caratteristiche della campagna regionale “Equamente al Lavoro”, per la promozione della parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno all’occupazione femminile stabile e di qualità


Nel panorama odierno, il dibattito sulla parità di genere è più rilevante che mai e si concentra in particolare sul ruolo cruciale delle donne nel mondo del lavoro e nell’economia. Mai come ora, l’attenzione è catalizzata sulla necessità di comprendere e risolvere il persistente divario di genere che permea le sfere professionali e finanziarie. E, davvero, nella Giornata internazionale della donna che si celebra oggi, le parole “mai come ora” descrivono precisamente il fermento di questi ultimi mesi attorno al tema della parità di genere. Studi, dibattiti, film, convegni, manifestazioni: un fiorire di iniziative che potrebbero (e ce lo auguriamo) costituire quel giro di boa, atteso da tempo, per prendere consapevolezza ed impegnarci tutti e tutte nel promuovere un’autentica parità di genere, e non solo di genere. Una consapevolezza che è solo la prima tappa di un percorso che l’Istituto europeo per la parità di genere ritiene ancora molto lungo non solo per l’Italia, che si posiziona frequentemente ai margini delle classifiche sull’uguaglianza di genere, ma anche per la maggior parte dei Paesi europei. Uno degli indici più importati da osservare, con cui vengono misurati i progressi della parità di genere in diversi settori della vita economica e sociale e sulla cui base vengono definiti interventi e politiche europee di miglioramento, il Gender Equality Index, ci racconta di un’Unione Europea che sull’uguaglianza si ferma a 70,2 punti su 100; per l’Italia, questo indice è pari a 68,2, ossia 2 punti sotto il dato europeo, risultato che la porta a collocarsi tredicesima nella classifica sulla parità di genere tra i 27 Stati dell’Unione

Tra i divari legati al lavoro quello retributivo è particolarmente attenzionato. In una società moderna e in un’economia tra le più avanzate come quella italiana, infatti, un’equità di genere effettiva non può prescindere dal garantire parità di opportunità e retribuzione sul luogo di lavoro. Malgrado i progressi ottenuti in termini di istruzione, partecipazione al mercato del lavoro, accesso ad alcuni settori e ambiti professionali, le donne italiane continuano a scontrarsi con problematiche e, spesso, discriminazioni salariali significative. Cosa che stride con l’essere riuscite per prime ad ottenere un giusto salario nel lontano 1945 quando, prima ancora della fine della guerra, le tessitrici Biellesi firmarono in clandestinità “il Patto della Montagna”. L’accordo definì di mantenere attive le fabbriche e migliorare le condizioni di lavoro introducendo non solo la parità retributiva tra uomo e donna, ma anche un congedo di maternità retribuito. È affascinante pensare a come, in quei momenti difficili, lavoratrici, lavoratori, proprietari dei lanifici e parti sociali si siano uniti per creare un cambiamento positivo. Il Patto della Montagna rimane un esempio di coraggio e di determinazione nel perseguire l’uguaglianza e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.

Oggi, nel nostro Paese, come in molte altre parti del mondo, il divario retributivo di genere continua a essere una ferita aperta nella struttura socio-economica. Abbattere questo divario è una questione etica e di giustizia, che ricalca i valori fondanti dell’Unione Europea improntati all’uguaglianza, alla non discriminazione e alla parità tra donne e uomini. Allo stesso tempo si tratta anche di una scelta strategica per realizzare domani una società in cui vivere meglio, in cui il talento non viene sprecato, dove la diversità di genere può costituire un arricchimento dell’ambiente lavorativo e una spinta all’innovazione e alla crescita economica sostenibile. In questo senso, le Nazioni Unite hanno indicato la parità di genere come il quinto dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, mentre l’Unione Europea ha promosso uno Strategic Engagement sulla Gender Equality prima per il triennio 2016-2019 e poi una nuova Strategia per il quinquennio 2020-2025. Proprio la Strategia per la parità di genere 2020-2025 adottata dalla Commissione europea sottolinea l’impegno delle istituzioni dell’Unione a sostegno del principio della parità in tutte le sue forme e attività. Su impulso e in coerenza con quest’ultima, è stata poi elaborata la Strategia nazionale per la parità di genere 2021/2026, adottata ad agosto 2021, che si inserisce tra gli interventi del PNNR finanziato dal programma Next Generation EU, fortemente orientato all’inclusione di genere.

Lo stesso divario retributivo è stato oggetto di interventi normativi, anche molto recenti, a partire dalla Direttiva (UE) 2023/970 fino ad arrivare al nostro legislatore regionale che ha voluto riconoscere la parità di genere quale presupposto fondamentale per un sistema equo e inclusivo di convivenza civile attraverso la Legge Regionale n. 3 del 15 Febbraio 2022 “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno all’occupazione femminile stabile e di qualità”. Attraverso questa iniziativa, oltre a prevedere specifiche misure per contrastare i differenziali retributivi di genere, la Regione del Veneto ha introdotto una serie di interventi volti a favorire la presenza femminile nel mondo del lavoro, facilitare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e promuovere una cultura antidiscriminatoria. È in questo contesto che nasce la campagna “Equamente al Lavoro”, realizzata da Veneto Lavoro in sinergia con la Regione stessa. L’obiettivo è quello di incentivare una maggiore sensibilizzazione sulla valorizzazione del ruolo delle donne nel mondo del lavoro e sulla promozione di iniziative a sostegno di tale scopo, come ad esempio l’istituzione del Registro Imprese Virtuose e dello Sportello Donna. Grazie anche al ruolo di catalizzatore delle Consigliere di parità provinciali, la campagna “Equamente al Lavoro” ha scelto di creare spazi di confronto partecipativi con istituzioni, aziende, parti sociali, professionisti e scuole nei diversi territori del Veneto. In particolare, l’impegno a coinvolgere le ragazze e i ragazzi delle nuove generazioni confida di contribuire a creare un terreno fertile per la formazione di persone impegnate ad abbattere barriere e promuovere l’uguaglianza nelle sfere sociali, economiche e politiche del nostro Paese. Cosa su cui, ahinoi, noi adulti non siamo riusciti a incidere a sufficienza per consegnare loro una società dove, già oggi, l’uguaglianza di genere (ma non solo di genere) potesse essere una realtà indiscutibile.

 

Silvia Cavallarin, Coordinatrice campagna "Equamente al Lavoro"

Monia Barazzuol, Osservatorio regionale Mercato del Lavoro

 

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