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Pubblicato il 13.07.2018

L’editoriale di ClicLavoro Veneto: imprenditori e lavoratori stranieri nel ricco Nordest

In Veneto si contano circa 60 mila imprenditori e 240 mila occupati stranieri

Il mercato del lavoro nazionale e regionale è profondamente cambiato negli ultimi dieci anni non solo a causa delle ricadute occupazionali della lunga crisi economica che ha interessato il nostro Paese, ma anche per effetto delle innovazioni tecnologiche introdotte, del graduale processo di terziarizzazione in atto nel mercato del lavoro, di fattori demografici, legati soprattutto all’invecchiamento della popolazione, e, non ultimo, dell’andamento dei flussi migratori.

Una dimostrazione arriva dall’indagine dell’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro sulle evoluzioni e le caratteristiche del lavoro degli stranieri in Italia, secondo cui negli ultimi anni si è assistito, in alcuni lavori, a una graduale sostituzione di lavoratori stranieri a quelli italiani. Ma non si tratta esclusivamente di una questione sociale, quanto demografica. Secondo lo studio, presentato nei giorni scorsi e basato sulla rielaborazione di dati Istat, in dieci anni gli stranieri residenti in Italia sono aumentati di 1,8 milioni a raggiungendo quasi quota 5 milioni, a fronte di un calo degli italiani. E si tratta principalmente di una popolazione in età lavorativa (il 79%, a fronte del 63% di quella italiana), con un’età media di 34 anni. Dieci occupati su cento in Italia sono di origine straniera, per un tasso di occupazione del 60,6% (di tre punti percentuale superiore a quello degli italiani), e, tra questi, due su tre lavorano nelle regioni del Nord. Un terzo del totale è occupato in professioni non qualificate (contro l’8% degli italiani), soprattutto nei settori dell’edilizia, delle pulizie e della cura degli anziani.

Non stupisce che buona parte di lavoratori e imprenditori stranieri si concentri nel ricco Nordest. Un quadro dettagliato ce lo fornisce in questo caso il Rapporto 2017 sull’immigrazione straniera in Veneto, a cura dell’Osservatorio Regionale Immigrazione gestito da Veneto Lavoro.

L’indagine evidenza come l’imprenditorialità dei cittadini immigrati in regione sia un fenomeno in forte espansione, con conseguenti ricadute anche sulla fiscalità. Gli imprenditori nati all’estero attivi in Veneto nel 2017 sono infatti 60.317, pari all’8,9% del totale regionale e con un aumento del 12,2% rispetto al 2012. Si tratta principalmente di cittadini nati in Cina, Romania e Marocco, mentre tra le etnie di origine africana i più rappresentati sono i nigeriani. Quasi 3 imprenditori su 10 si occupano di commercio, al quale seguono i settori delle costruzioni, della manifattura e della ristorazione.

L’incremento osservato negli ultimi cinque anni è il risultato di diversi fattori concatenati: da un lato, la crisi economica ha portato molte imprese italiane alla chiusura o alla delocalizzazione, liberando spazio per l’ingresso di imprenditori stranieri e determinando una sorta di effetto “sostituzione”; dall’altro, c’è da considerare che la legislazione italiana, legando il permesso di soggiorno alla condizione lavorativa, non consente lunghi periodi di inattività ai cittadini stranieri, i quali, magari dopo aver perso il lavoro proprio a causa della crisi, preferiscono avviare una propria attività.

Una simile tendenza alla crescita si registra anche per i lavoratori dipendenti stranieri. Secondo i dati Istat 2016, i 242 mila stranieri presenti nel mercato del lavoro regionale rappresentano l’11,6% del totale e si concentrano maggiormente, rispetto alla componente italiana, nel settore industriale (31%) e nelle forme di impiego temporanee (18,2%). Ben il 65% della crescita dell’occupazione registrata dal 2008 a oggi è attribuile proprio agli stranieri, che rispetto al periodo pre crisi occupano oggi 35 mila posti di lavoro in più. Cinesi e indiani, in particolare, hanno attraversato la crisi senza aver mai visto diminuire il numero di occupati. La componente straniera, specie quella femminile, resta preponderante nel lavoro domestico e nella cura alla persona, anche se la crisi economica ha contribuito a rendere appetibile tale attività anche tra le lavoratrici italiane. Al tempo stesso, però, gli stranieri registrano livelli di disoccupazione più elevati rispetto agli italiani: il tasso di disoccupazione è superiore al 12% (contro il 6% degli italiani) e secondo i dati di Veneto Lavoro quasi un disoccupato iscritto ai Centri per l’Impiego del Veneto su tre è straniero, con un’incidenza maggiore nelle fasce centrali d’età, dove la percentuale è del 34% per gli uomini e del 29% per le donne.

Nonostante in termini numerici la presenza di lavoratori e imprenditori stranieri in Veneto sia significativa, infine, appare evidente il divario in termini di redditi dichiarati, e di conseguenza di contributo alla fiscalità generale, anche per effetto di una maggiore presenza degli immigrati in settori poco qualificati e poco retribuiti. I contribuenti nati all’estero, con le dichiarazioni dei redditi 2016, hanno versato 774 milioni di euro, pari al 5,5% di tutta l’Irpef regionale. La forbice con gli italiani, però, è ampia, sia in termini di reddito medio che di distribuzione: il divario tra nati all’estero e nati in Italia è passato dai 6.690 euro del 2009 ai quasi 8 mila del 2015 e il 42% dei nati all’estero dichiara meno di 10 mila euro, contro il 24% dei nati in Italia. Un divario che negli ultimi anni si è via via ampliato.

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  • Fonte: Redazione ClicLavoro Veneto

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