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Glossario dispersione scolastica

Glossario sulla dispersione scolastica

NEET, abbandoni prematuri, ritardo scolastico: il significato dei termini più diffusi sull'interruzione dell'istruzione

Abbandono scolastico

L'abbandono scolastico in Italia è l'interruzione del proprio percorso di istruzione o formazione prima del completamento dell'istruzione secondaria di secondo grado o dell'Istruzione e formazione professionale almeno triennale e comunque entro il compimento dei 18 anni d'età.

L'ottenimento di un titolo di studio secondario quinquennale (diploma) o triennale (qualifica) è stato fissato come obiettivo dalla legge finanziaria per il 2007 (Legge 27 dicembre 2006, n. 296). A sostegno dell'assolvimento di quello che è stato definito un diritto e anche un dovere di istruzione e formazione la legge definisce chi sono i soggetti deputati a vigilare: si tratta delle famiglie, dei dirigenti scolastici, dei sindaci dei comuni e dei centri per l'impiego territoriali.

Il concetto di abbandono scolastico utilizzato in ambito europeo è diverso: spesso ci si riferisce a questo fenomeno non tanto con la preoccupazione di intervenire immediatamente sul singolo allievo, quanto come indicatore del fatto che una determinata fascia di popolazione abbia raggiunto certi obiettivi che si considerano desiderabili. In particolare le rilevazioni hanno di solito ad oggetto la percentuale di giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni che non sono in possesso di una qualifica o un diploma secondari.

I dati sugli abbandoni scolastici dovrebbero essere contenuti nelle Anagrafi degli studenti che, in attesa della realizzazione del Sistema Nazionale delle Anagrafi degli studenti sono di competenza del MIUR e delle Regioni o Province.

Gli abbandoni possono essere espliciti e formalizzati quando la famiglia di un giovane informa le Istituzioni scolastiche che non intende più frequentare, o informali quando il giovane semplicemente non frequenta uno dei tre percorsi previsti dalla legge. Nella Regione del Veneto si richiede alle Istituzioni scolastiche e ai CFP di indicare nell'Anagrafe Regionale degli Studenti (ex AROF) l'assenza immotivata di un giovane che dura da più di 20 giorni.

Le analisi degli enti statistici (ISTAT o Eurostat) evidenziano poi il numero e la percentuale di 18-24enni non in possesso di qualifica o diploma. Nel 2014 640 mila italiani, il 15% dei giovani di età compresa fra 18 e 24 anni, hanno abbandonato l'istruzione e la formazione avendo portato a termine solo l'istruzione secondaria di primo grado o prima di averla terminata.

L'abbandono scolastico nell'accezione nazionale indica il numero o la percentuale di soggetti che il sistema deve cercare di riportare all'interno dei percorsi "corretti" e per i quali deve mettere a disposizione risorse. In questo senso può essere utilizzato come un indicatore dell'efficienza del sistema di istruzione e formazione in un determinato momento.

Il tasso di giovani che sono già fuori del diritto-dovere di istruzione e formazione ma che non hanno ancora una qualifica o un diploma è invece solitamente utilizzato per rilevare il livello di competitività di un sistema per fare fronte alle sfide dell'economia internazionale.

NEET

I Neet (Not in Education, Employment or Training), sono le persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni (ma in Italia tale accezione è estesa ai giovani fino a 29 anni) che non lavorano (sono, quindi, disoccupati o inattivi secondo la definizione ILO) e che non frequentano corsi formali d'istruzione o di formazione.

Secondo l'Ocse, i Neet comprendono i giovani che non lavorano e non studiano, anche se sono impegnati in corsi o attività d'istruzione e di formazione non formali e informali.

La definizione dell'Ocse è diversa da quella di Eurostat, perché l'istituzione statistica dell'Unione europea non comprende fra i Neet i giovani che frequentano corsi di formazione non formali e informali.

Secondo Eurostat, i Neet sono i giovani che nella settimana di riferimento:

  • non sono occupati (sono disoccupati o inattivi secondo la definizione ILO);
  • non frequentano alcun corso d'istruzione o di formazione (formale, non formale o informale) nelle quattro settimane che precedono l'intervista.


​Eurostat prende in considerazione tutte le fasce d'età tra 15 e 34 anni e fornisce i dati sul Neet rate per i 27 paesi dell'Unione dal 2000 sulla base dell'EU Labour Force Survey.

Secondo l'Istat, invece, i Neet sono i giovani che nella settimana di riferimento:

  • non sono occupati (sono disoccupati o inattivi secondo la definizione ILO);
  • non frequentano corsi regolari d'istruzione o di formazione professionale (formal learning) nelle quattro settimane che precedono l'intervista. Si fa riferimento esclusivamente all'istruzione scolastica/universitaria e ai corsi di formazione professionale regionali di durata uguale o maggiore a sei mesi che consentono di ottenere una qualifica e ai quali si accede solo se in possesso di un determinato titolo di studio.


​L'Istat prende in considerazione la fascia d'età tra 15 e 29 anni.

La definizione di Neet dell'Istat coincide sostanzialmente con quella adottata dall'Ocse, in particolare per quanto riguarda la distinzione fra formal, non-formal e informal training.

Tenendo conto della tipologia dei corsi di formazione classificati dall'Istat, ecco come vengono considerati ai fini della definizione di Neet:

1. Formazione professionale (vocational training)

  • corsi di formazione professionale organizzati o riconosciuti dalla Regione (formal training – sono presi in considerazione solo quelli di durata uguale o superiore a sei mesi perché sono finalizzati all'acquisizione di una qualifica professionale riconosciuta e ai quali si accede solo se in possesso di un determinato titolo di studio);
  • formazione aziendale (continuing training – poiché i Neet non sono occupati, non possono ovviamente partecipare alla formazione nelle imprese);
  • altro tipo di corsi professionali non organizzati o non riconosciuti dalla Regione (non-formal training);


2. Altro tipo di attività formativa (informal training): seminario, conferenza, lezioni private, corso individuale, università della terza età o del tempo libero, altro tipo di corso (ad es. corso di inglese, di informatica, di chitarra, etc.).

Di conseguenza, i giovani Neet calcolati secondo la definizione Istat sono in numero maggiore rispetto a quelli calcolati con la definizione Eurostat perché includono coloro che non lavorano e non studiano, anche se frequentano corsi di formazione professionale regionali di durata inferiore a 6 mesi, corsi di formazione professionali non regionali o altro tipo di attività formativa [1].

Dispersione scolastica

È un fenomeno che riassume l'insieme della bocciature, delle ripetenze e degli abbandoni e che, pertanto, descrive la discontinuità dei percorsi rispetto alla regolarità prevista dagli ordinamenti e dai curricoli. La dispersione scolastica mette pertanto in luce l'insuccesso scolastico.

Sulla definizione di dispersione scolastica esiste un dibattito tra coloro che la considerano termine onnicomprensivo di tutto ciò che rappresenta una qualche forma di irregolarità o deviazione rispetto alla linearità e continuità del percorsi (l'insieme delle bocciature, delle ripetenze e degli abbandoni) e coloro che invece la ritengono termine da riferire in modo specifico solo all'uscita (abbandono) dal sistema della formazione (quindi scolastico e della formazione professionale) [2].

I dati relativi alla dispersione scolastica sono ricavati dalle Anagrafi degli Studenti Nazionale e Regionali che sono alimentate principalmente dagli Istituti scolastici e dai Centri di Formazione Professionale e possono risentire di imprecisioni o ritardi nell'inserimento dei dati.

La dispersione scolastica nella sua accezione più ampia (per l'accezione corrispondente all'abbandono si veda "Abbandono scolastico") è un indicatore dell'efficienza del sistema di istruzione e formazione di un territorio ed è quindi utile per definire l'allocazione delle risorse nelle politiche per l'assolvimento del Diritto Dovere all'Istruzione e alla Formazione (DDIF).

Abbandoni prematuri

Questa espressione definisce un fenomeno che si caratterizza per uno scarto rispetto alla norma, sia nei modi  il mancato conseguimento di un titolo afferente al 2° ciclo  sia nei tempi  l'interruzione di frequenza del percorso prima della sua conclusione. L'interruzione di frequenza che ha dato origine all'abbandono prematuro può essersi verificata nel passaggio dal primo al secondo ciclo, durante la frequenza di un percorso del secondo ciclo, nel corso di un anno scolastico, oppure nella transizione da un anno all'altro. Rispetto ai tempi, se a livello internazionale con "prematuri" si fa riferimento alla soglia dei 18 anni, per la situazione italiana tale soglia si eleva di un anno, poiché è prevista una durata massima quinquennale del secondo ciclo, diversamente dalla durata quadriennale della norma europea. A seconda dell'approccio e dei tempi in cui viene rilevato, il dato può riferirsi a situazioni differenti, seppure rientranti nel medesimo ambito. Esso può indicare:

  • "early school leaving" [3]: dato di output, rappresenta, in Italia, il numero/la percentuale di giovani di età superiore ai 19 anni, che risultano non frequentare alcun percorso di istruzione o di IeFP, né avere concluso il suddetto percorso, quindi privi di una qualifica triennale e/o di un diploma professionale quadriennale e/o quinquennale. L'espressione fa riferimento anche a quei giovani che, pur avendo concluso il ciclo d'Istruzione o Istruzione e Formazione, non hanno conseguito la qualifica/il diploma, non avendo superato l'esame finale;
  • il numero e la percentuale di giovani di età inferiore ai 19 anni che, non avendo ancora conseguito una qualifica professionale triennale o il diploma (quadriennale o quinquennale), interrompono la frequenza di un percorso di Istruzione o di Istruzione e Formazione. Come dato di processo, può preludere ad una situazione relativamente stabile di abbandono prematuro. In altri casi, tuttavia, l'interruzione di frequenza può invece anticipare trasferimenti o passaggi ad altri percorsi più rispondenti ai bisogni formativi, previsti per l'assolvimento dell'obbligo formativo/diritto-dovere di istruzione e di IeFP;
  • school drop-out: il numero e la percentuale di giovani che, non avendo ancora conseguito una qualifica professionale triennale o il diploma (quadriennale o quinquennale), interrompono la frequenza, escono, rientrano; questa dinamica determina un'irregolarità del percorso formativo che rappresenta un sintomo di disagio e di rischio di abbandono prematuro.


Il dato di processo non ha quindi necessariamente carattere definitivo, in quanto è possibile il verificarsi del rientro del giovane nel medesimo oppure in un altro percorso formativo.

Le informazioni sull'abbandono prematuro si ricavano attraverso il metodo del confronto tra gli universi-oggetto delle rilevazioni, secondo la linea "spazio-temporale", quindi tra gruppi in riferimento a tempi specifici: giovani di età superiore ai 19 anni sino al limite stabilito per convenzione internazionale dei 24 anni. L'attendibilità delle informazioni sui giovani che hanno abbandonato prematuramente il percorso formativo (early school leavers), dipende dalla capacità del sistema di rilevazione di identificare ciascun giovane attraverso il dato anagrafico.

Il numero degli abbandoni prematuri  early school leaving, secondo il glossario internazionale  come esito del processo formativo si ricava calcolando, dall'insieme omogeneo dei 19-24enni, la differenza tra il numero complessivo dei giovani presenti nel territorio nazionale e il numero di chi è in possesso di un titolo afferente al secondo ciclo.

Se tuttavia si considera il processo in cui può verificarsi il fenomeno dell'abbandono prematuro prima del compimento del 19° anno di età, a partire da un'interruzione di frequenza, il numero di tali abbandoni prematuri si ricava dalla differenza negativa:

  • tra il numero degli studenti iscritti in un percorso all'inizio dell'anno e il numero degli studenti frequentanti sino a conclusione dell'anno scolastico, al netto degli eventuali ulteriori iscritti o trasferiti in itinere;
  • tra gli studenti che, a conclusione dell'anno scolastico, sono ammessi alla classe successiva o, se non ammessi, alla medesima classe e quelli che, all'inizio dell'anno scolastico successivo risultano frequentare quella classe, all'interno dello stesso percorso, o in altro percorso di istruzione, di IeFP o di apprendistato (in questo secondo caso dopo il compimento dei 15 anni). 


Da un punto di vista qualitativo la categoria "abbandono prematuro" mette in luce, in senso quali-quantitativo, l'esistenza del problema dei giovani fuoriusciti dal sistema di istruzione e formazione non sufficientemente provvisti delle basi culturali e professionali per l'esercizio della cittadinanza: quindi può rappresentare un indicatore di svantaggio che la persona e la società dovranno fronteggiare. Dall'altro lato, segnala una criticità relativa alla qualità del sistema che non ha dato risposta al bisogno di formazione di una parte di cittadini. La rilevazione del fenomeno in senso diacronico restituisce inoltre una visione sulla capacità del sistema di fronteggiarlo.

Il dato degli abbandoni prematuri, come risultato di output, rilevato a processo concluso – quindi dopo il compimento dei 24 anni  si pone come evidenza che richiede analisi, approfondimenti e riflessioni sulle criticità di un sistema il cui compito, previsto dalla norma, è quello di accompagnarli sino al conseguimento di un titolo di studio secondario "superiore". Ciò non implica che non si debbano progettare azioni di recupero attraverso un'offerta formativa nell'ambito del lifelonglearning per questa tipologia di giovani, che rimarranno comunque early school leavers, dati i "confini" del fenomeno temporalmente definiti.

Come dato di processo rilevato in itinere la rilevazione delle uscite precoci dai percorsi del secondo ciclo - che si configura piuttosto come interruzione di frequenza - rappresenta per questo il sintomo dell'abbandono prematuro, possibile, ma non certo. Su tale dato è possibile intervenire, modificandolo attraverso la messa in atto di interventi di contrasto del fenomeno. In tale scenario la tempestività della rilevazione dell'interruzione di frequenza, l'efficacia della comunicazione all'interno del sistema e la qualità dell'intervento di recupero possono influire in modo rilevante sulle scelte dei giovani, quindi sulla stessa stabilità del dato nel tempo.

Le norme nazionali tengono presente il problema dell'abbandono e della dispersione prevedendo non solo la possibilità di monitorarlo (nel D.Lgs. 76/2005 sul Diritto-dovere di istruzione e formazione è prevista l'anagrafe degli studenti), ma anche di effettuare interventi di prevenzione e contrasto:

  • L. 144, art. 68 e DPR 257/2000 (Obbligo formative), D.Lgs. 76/2005  (Diritto-dovere di istruzione e formazione), O.M. 87/2004 (Passaggi tra sistemi), Decreto 139/2007 (Regolamento obbligo di istruzione), DM 25/2007 (Centri per l'educazione degli adulti cui possono accedere anche giovani privi del titolo conclusivo del primo ciclo, che abbiano compiuto i 16 anni);
  • DECRETO LEGISLATIVO 14 settembre 2011, n. 167, Testo unico dell'apprendistato, a norma dell'articolo 1, comma 30, della legge 24 dicembre 2007, n. 247. obbligo formativo167/2011.


Early school leavers

Early school leavers significa persone che abbandonano i percorsi formativi prematuramente. Si veda quindi la definizione di "Abbandoni prematuri".

Ritardo scolastico

Con ritardo scolastico si intende il caso in cui un alunno stia frequentando (o abbia frequentato se la rilevazione è fatta d'estate) una classe inferiore (di uno o più anni) alla classe che si suppone dovrebbe frequentare considerando il suo anno di nascita.

Per calcolarlo si può prendere a riferimento l'anno di nascita (teorico) che dovrebbe avere un alunno che ha iniziato la scuola nel suo sesto anno di vita e che sia sempre stato ammesso regolarmente all'anno successivo, oppure si può usare a riferimento la "moda statistica". I dati potrebbero essere ricavati dall'Anagrafe degli studenti.

Se si considerano gli anni di nascita di tutti gli alunni che stanno frequentando ad esempio il primo anno della scuola secondaria di secondo grado, si vedrà che probabilmente si distribuiscono intorno ad un dato più frequente "MODA".

Si potrebbero segnalare con:

  • R1 i casi di alunni che abbiano un anno di nascita inferiore a quello della "moda" statistica;
  • R2 i casi di alunni che abbiano 2 anni di nascita inferiore a quello della "moda" statistica;
  • RR casi di alunni che abbiano 3 o più  anni di nascita inferiore a quello della "moda" statistica.


Se fosse di interesse si potrebbero conteggiare anche gli anticipi.

Studiare la distribuzione dei ritardi nelle classi può aiutare a comprendere i passaggi più a rischio di insuccesso e/o abbandono e le classi più difficili da gestire. Sarebbe inoltre utile a comprendere le caratteristiche comuni agli studenti in ritardo e in quali tipologie di percorsi si concentrino.

Dal punto di vista delle politiche educative, l'analisi sul ritardo scolastico è utile a concentrare le risorse per prevenire o gestire il fenomeno; inoltre avendo dei dati storici, si potrebbe anche studiarne l'andamento per capire se rispetto agli anni precedenti stia cambiando qualcosa in un senso o in un altro.

Segnalazioni ai CPI

Nel caso in cui un giovane non partecipasse regolarmente ad uno dei percorsi di istruzione, formazione o apprendistato previsti dalla legge per l'assolvimento del diritto dovere all'istruzione e alla formazione, alcuni soggetti individuati dalla legge sono tenuti ad intervenire. I sistemi educativi di un territorio devono quindi prevedere delle comunicazioni verso tali soggetti.

In Veneto, ARS  Anagrafe regionale degli studenti, contiene le segnalazioni con le quali gli istituti scolastici e i Centri di formazione professionale indicano che un allievo non è presente a scuola per vari motivi. Questa informazione viene inviata al Centro per l'impiego di competenza per territorio.

I tipi di comunicazione inseriti nell'Anagrafe che danno luogo a segnalazioni ai CPI sono le seguenti:

  • Abbandono formalizzato da parte dell'allievo o dalla sua famiglia;
  • Abbandono non formalizzato rilevato dall'Istituto scolastico o dal Centro di formazione professionale;
  • Esito negativo al termine di anno scolastico e non dichiarazione di non voler proseguire gli studi;
  • Non iscrizione al secondo ciclo per i ragazzi frequentanti la classe terza della secondaria di primo grado.


Posto che le informazioni contenute nell'anagrafe siano corrette, tanto più alto è il numero delle segnalazioni e tanto maggiore è il numero di giovani che hanno difficoltà a seguire il percorso di studi. Il numero delle segnalazioni è quindi un indicatore del fenomeno della dispersione scolastica e dà la misura dell'attività che deve essere svolta dai soggetti incaricati della vigilanza.

Frequentante (frequenza)

I giovani frequentanti sono coloro che sono iscritti e seguono regolarmente un corso di studi nel periodo dell'anno scolastico. Negli Istituti scolastici l'anno scolastico ha una durata amministrativa, di solito dal 1 settembre al 31 agosto dell'anno successivo, e una didattica, stabilita di anno in anno da delibere regionali di solito da settembre a giugno. Ragionamento analogo deve esser fatto per i giovani frequentanti la formazione professionale. Il concetto dei frequentanti è quindi diverso da quello degli iscritti: ad esempio una giovane può essere iscritta ad un liceo ma frequentare la classe terza presso una scuola secondaria di primo grado. 

Nelle anagrafi degli studenti e nei database gestionali di scuole e organismi di formazione sono conservati i dati dei giovani che frequentano i corsi di istruzione e formazione, di inizio e fine degli anni scolastici.

Gli allievi frequentanti sono coloro che stanno correttamente svolgendo il percorso di istruzione previsto dalla legge per l'assolvimento dell'obbligo scolastico e sono correttamente inseriti in due dei tre percorsi previsti per l'assolvimento del dovere di istruzione e formazione. Il totale dei giovani tenuti a tale diritto-dovere è quindi composto da frequentanti + apprendisti + in abbandono.

Iscrizioni al secondo ciclo

Gli allievi che frequentano le classi terze della scuola secondaria di primo grado devono iscriversi al secondo ciclo scolastico ovvero ad un Istituto scolastico di secondo grado o a un Centro di formazione professionale. Tale iscrizione è a cura dei genitori o del tutore dell'allievo e avviene attraverso il sistema on line creato dal Ministero dell'Istruzione nel proprio sito, generalmente nel periodo di gennaio-marzo. L'iscrizione è obbligatoria ai sensi di legge perché utile al raggiungimento dei 10 anni di scolarità previsti dalla legge finanziaria per il 2007 e poi sempre ribaditi. Si prenda visione della Circolare n. 4 – MIUR del15 gennaio 2010.

I dati delle iscrizioni sono recepiti anche nell'Anagrafe Regionale degli Studenti del Veneto, che registra anche il dato di chi dichiara di non scegliere una scuola o un CFP.

I dati delle iscrizioni sono utili per programmare alcuni servizi scolastici (ad esempio i trasporti pubblici o le aule) e per rilevare il trend degli iscritti verso determinate categorie di indirizzi (ad esempio i tecnici o la formazione professionale). Sapere che alcuni allievi non indicano un'iscrizione è utile per le funzioni di supporto all'assolvimento del DDIF.


[1] Fonte: Italia Lavoro Neets: i giovani che non studiano, non frequentano corsi di formazionee non lavorano, Aprile 2011, consultabile in allegato.

[2] Definizione tratta dal sito dell'Ufficio Scolastico regionale del Veneto, istruzioneveneto.gov.it

[3] "Early school leaving", nel glossario internazionale. La definizione è adattata alla situazione italiana, che prevede l'uscita dalla scuola del secondo ciclo a 19 anni.