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Pubblicato il 28.06.2017

Lavoro: nel 2017 prosegue la crescita in Italia e in Veneto

Pubblicata la nota congiunta sulle tendenze dell’occupazione nel primo trimestre, crescono soprattutto rapporti a termine e lavoro a chiamata 

Nel 2017 l’occupazione continua a crescere, confermando il trend mostrato negli ultimi due anni. La conferma arriva dalla Nota congiunta di Istat, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Inps e Inail relativa al primo trimestre dell’anno, che segue quanto già anticipato a livello regionale dalla Bussola di Veneto Lavoro pubblicata nel maggio scorso.

Il tasso di occupazione si è attestato al 57,6% (65,3% in Veneto), in leggera crescita rispetto al trimestre precedente, anche se rimane lontano dal valore massimo dell’ultimo decennio, toccato nel secondo trimestre del 2008 (58,8%). Sostanzialmente stabile invece il tasso di disoccupazione (12,1% media italiana, 6,7% in Veneto). Aumenta, complessivamente, il livello di partecipazione al mercato del lavoro, sia per l’aumento degli occupati (+326 mila rispetto allo stesso periodo del 2016) che delle persone in cerca di lavoro (+51 mila), a fronte di un calo degli inattivi (-473 mila).

I risultati positivi registrati nel primo trimestre dell’anno sotto il profilo occupazionale sono stati favoriti da un contesto economico in miglioramento, con il Pil nazionale cresciuto dello 0,4% in termini congiunturali e dell’1,2% su base tendenziale.

L’aumento, come accade ormai da alcuni trimestri, è in larga parte attribuile al lavoro dipendente e in particolare ai contratti a termine. Complessivamente, infatti, su un totale di 335 mila posti di lavoro guadagnati nel trimestre, 231 mila sono a tempo determinato. Stessa tendenza in Veneto, dove i contratti a tempo determinato sono cresciuti del 15% contribuendo a un saldo positivo per 46 mila posti di lavoro dipendente (miglior risultato dal 2009 per quanto riguarda il primo trimestre dell’anno).

L’occupazione è cresciuta principalmente nel settore dei servizi e in misura marginale nell’industria, mentre agricoltura e costruzioni mostrano una lieve flessione. Non in Veneto, però, dove l’unico comparto in difficoltà si conferma il credito, anche per le note vicende che interessano due grandi istituti bancari. Dopo due trimestri di calo, l’occupazione cresce anche a livello giovanile (+1,7% nella fascia d’età 15-34 anni), mentre tra gli over 50 (+4,3%) è in gran parte spiegabile dall’invecchiamento della popolazione e dall’allungamento dell’età pensionabile.

Prosegue invece il calo del lavoro indipendente (-17 mila nel trimestre). Una tendenza in atto ormai da diversi anni, come confermano i dati dell’Osservatorio sul lavoro autonomo dell’Inps che certificano per il 2016 un calo degli artigiani del 2,3% rispetto al 2015 e del 4,2% rispetto al 2014. Più lieve la diminuzione dei commercianti: -0,6% sul 2015 e -0,7% sul 2014.

Un fenomeno rilevante è quello dell’impennata del lavoro intermittente o a chiamata quale conseguenza dello stop ai voucher. Tale circostanza era già stata evidenziata a livello regionale dallo studio dell’Osservatorio di Veneto Lavoro pubblicato a maggio ed è ora confermato su base nazionale dai dati della Nota congiunta: dopo 4 anni di progressiva riduzione, questa tipologia contrattuale è cresciuta nel primo trimestre del 2017 del 13,1%, andando a coprire parte dello spazio precedentemente occupato dal lavoro accessorio. In Veneto, tra gennaio e aprile si sono registrate quasi 20.000 attivazioni di rapporti di lavoro intermittente, di cui oltre la metà dopo il 18 marzo 2017, data di entrata in vigore del decreto legge che ha abrogato il lavoro accessorio. Come evidenziato dal Report dell’Osservatorio sul precariato Inps, l’abolizione dei voucher ha inoltre influito sull’aumento registrato per altre tipologie contrattuali, quali la somministrazione, il tempo determinato e l’apprendistato, con la conseguente riduzione dell’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni (26,6%) rispetto ai picchi registrati nel 2015 quando era in vigore il generoso esonero contributivo triennale.

Nella Nota congiunta, infine, anche i dati su infortuni e morti sul lavoro: secondo i dati Inail, gli infortuni accaduti e denunciati in tutta Italia nel primo trimestre dell’anno sono stati 134 mila (+5,9% rispetto all’anno precedente), mentre le “morti bianche” sono state 190 contro le 169 del 2016.

  • clicklavoro-source Redazione ClicLavoro Veneto

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