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Pubblicato il 04.03.2024

L'editoriale di ClicLavoro Veneto: nuove sfide e opportunità per i giovani nel mercato del lavoro

Aumentano per i giovani le opportunità di occupazione con contratti stabili ma anche la mobilità interna al mercato del lavoro veneto. Tiziano Barone, Direttore di Veneto Lavoro, e Ilaria Rocco, ricercatrice dell’Osservatorio regionale Mercato del Lavoro, analizzano dati alla mano le sfide occupazionali che attendono le nuove generazioni


Nel suo approfondimento su “Occupati e disoccupati” dello scorso dicembre, l’Istat ha confermato su scala nazionale quanto già evidenziato a livello regionale nel report mensile “La Bussola” di chiusura d’anno a cura dell’Osservatorio regionale Mercato del Lavoro, evidenziando come il 2023 si sia concluso confermandosi un anno positivo per l’occupazione nonostante le previsioni economiche poco ottimistiche e seppur con alcuni segnali di rallentamento. I livelli di crescita delle posizioni di lavoro dipendente in essere registrati in Veneto risultano superiori sia all’anno precedente sia al periodo pre-pandemico, grazie soprattutto alle posizioni guadagnate nella prima parte dell’anno e al progressivo rafforzamento del tempo indeterminato.

Focalizzando l’attenzione sulla fascia di età più giovane, l’Istat presenta risultati positivi sia in termini di attività che di impiego: calano infatti i tassi nazionali di inattività e disoccupazione giovanile mentre cresce il tasso di occupazione. Ulteriore segnale positivo nella relazione tra giovani e lavoro è rappresentato dall’aumento degli accessi al tempo indeterminato registrato nell’ultimo biennio con volumi tra i più alti mai rilevati: annualmente nel territorio regionale ci sono state circa 30mila assunzioni di giovani under 30 con contratti stabili, alle quali vanno aggiunti circa 35mila accessi indiretti al tempo indeterminato, ovvero tramite qualificazioni da apprendistato o trasformazioni da tempo determinato (queste ultime in crescita nell’ultimo anno).

L’incremento dei flussi relativi al tempo indeterminato, che ha interessato l’intera platea di lavoratori attivi nel territorio, oltre che in particolare la componente più giovane, non si è registrato solo in entrata ma anche in uscita, con circa 32mila cessazioni l’anno di contratti a tempo indeterminato tra gli under 30. Segnali dell’elevata mobilità con cui è andato connotandosi il mercato del lavoro dipendente regionale dopo il recupero post-pandemico: aumentano le opportunità di occupazione con contratti stabili, proposti dalle aziende talvolta per attirare lavoratori a fronte delle difficoltà di reperimento, nel tentativo di favorire un incontro tra domanda e offerta che risente non solo delle conseguenze delle crescenti criticità demografiche ma anche dei cambiamenti nell’approccio al lavoro soprattutto dei più giovani.

Come emerso dalla recente analisi dell’Osservatorio di Veneto Lavoro “I giovani nel mercato del lavoro del nuovo millennio”, circa un giovane su quattro tra quelli che esordiscono nel mondo del lavoro regionale con un contratto stabile sceglie di cambiare azienda – mantenendo il tempo indeterminato – per sperimentare più realtà lavorative e avvicinarsi al soddisfacimento delle proprie aspettative ed esigenze di conciliazione vita-lavoro.

Gli esordi con contratti a termine rimangono quelli prevalenti (circa il 60%), ma non necessariamente rappresentano un ostacolo alla realizzazione personale e professionale. Per i giovani che si affacciano nel mondo del lavoro quando ancora coinvolti in percorsi di studio o formazione, un inserimento con contratti temporanei – spesso nell’ambito dei servizi o di altre attività legate alla stagionalità (soprattutto estiva), non di rado con ricorso ad un orario parziale – consente loro di accrescere il proprio bagaglio formativo in parallelo alle competenze professionali. Per quanti invece hanno già completato il percorso di studi un primo contratto a termine funge spesso da trampolino verso carriere comunque continuative, che frequentemente conducono alla stabilità contrattuale quanti scelgono di rimanere entro i confini regionali. Si è osservato che quasi la metà dei giovani che restano attivi nel mercato del lavoro veneto dopo aver sperimentato un primo contratto a termine raggiunge la stabilità contrattuale entro tre anni dall’esordio; inoltre, anche i soggetti che non raggiungono la stabilità contrattuale entro questo lasso di tempo risultano lavorare con continuità.

È indubbio che le modalità di inserimento e partecipazione al mondo del lavoro delle nuove generazioni si stiano caratterizzando per una crescente dinamicità e complessità che negli ultimi decenni ha portato a differenziare profondamente i possibili percorsi lavorativi dei più giovani. Lo scenario attuale offre quindi nuove sfide ma, al contempo, nuove opportunità all’interno mercato del lavoro che richiedono a tutte le parti in causa, dalle aziende ai servizi per l’impiego, al mondo della scuola e della formazione, di tenere il passo con un mismatch lavorativo divenuto elemento strutturale non solo in Veneto ma in tutte le regioni competitive.

 

Tiziano Barone, Direttore Veneto Lavoro

Ilaria Rocco, Osservatorio regionale Mercato del Lavoro

 

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