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Pubblicato il 19.02.2024

Parità retributiva, nel vicentino le donne guadagnano 30€ in meno al giorno

Venerdì 16 febbraio 2024 il convegno "Equamente al lavoro - Azioni per cambiare prospettiva e costruire il futuro" ha portato la campagna della Regione del Veneto per la parità retributiva ad analizzare numeri e storie del territorio vicentino

 

Convegno Equamente al lavoro VicenzaA Vicenza una donna guadagna quasi 30 euro al giorno in meno rispetto a un uomo (49 euro contro 78 euro): è questo il dato allarmante che è stato al centro del convegno Equamente al lavoro - Azioni per cambiare prospettiva e costruire il futuro che si è svolto venerdì 16 febbraio 2024 a Palazzo Bonin Longare di Vicenza. Il Convegno rientra tra le iniziative di Equamente al Lavoro, campagna della Regione del Veneto in collaborazione con Veneto Lavoro per la promozione della parità retributiva.

Organizzato grazie al supporto della Consigliera di Parità di Vicenza e con il Patrocinio della Provincia di Vicenza e del Comune di Vicenza, l’evento rappresenta la terza tappa di una serie di incontri, uno per provincia del territorio regionale veneto, che sono in programma fino a giugno 2024. Obiettivo delle numerose iniziative la riflessione e, soprattutto, la promozione della parità retributiva tra uomo e donna come previsto dalla Legge Regionale n.3 del 15 febbraio 2022 "Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno all'occupazione femminile stabile e di qualità".

Secondo quanto elaborato dal centro studi CISL Vicenza l’occupazione nella provincia vicentina si assesta nel 2022 a quota 56,7% per gli uomini e 43,3% per le donne (+ 1,7% le donne rispetto al 2018). La ripartizione percentuale dei lavoratori dipendenti nel settore privato vede inoltre una presenza importante delle donne in alcuni settori specifici (nel 2022 84,8% sanità e assistenza sociale, 76,2% istruzione, 70,1% servizi), nonché una prevalenza di donne laureate tra gli occupati con il medesimo titolo di studio (oltre 56 su 100 sono donne, ma se consideriamo gli occupati in generale quasi 30 donne occupate su 100 sono laureate contro una media di meno di 17 maschi su 100). 

Come ha spiegato Francesco Peron, Ricercatore del Centro Studi CISL Vicenza, le donne occupate hanno mediamente un titolo di studio più elevato degli uomini, e questo si riflette sulla qualifica lavorativa delle assunzioni analizzate per sesso che vedono al primo posto per peso percentuale le donne assunte in professioni intellettuali. Tuttavia, si registra un disallineamento nei ruoli dirigenziali dove poco più di un’assunzione su quattro è donna (27,9% dirigenti donna contro 72,1% dirigenti uomo).

A pesare quindi sul gap retributivo non è solo la qualifica della lavoratrice ma anche il fattore “tempo”, dove si evidenzia una distanza importante tra assunti a tempo parziale/totale: tra i lavoratori dipendenti gli uomini registrano quota 18,5% di part time contro 81,3% full time, le donne 45,1% di part time contro 54,7% di full time. Come ha evidenziato Peron, per capire in profondità le diversità di genere nel mercato del lavoro è necessario analizzare anche il numero di settimane/anno lavorate da donne e uomini: le donne che lavorano 52 settimane sono infatti molte meno rispetto agli uomini (- 52.860 unità) e questo deriva da tipologie di contratti (ad esempio stagionali) e da fattori storicamente culturali. 

Il divario di genere che porta al gender pay gap è confermato anche dal divario tra le giornate retribuite: 46,7 milioni per gli uomini (anno 2021 provincia di Vi) e 30,7 milioni per le donne con una differenza di 16 milioni di giornate retribuite. Se si somma questo elemento a quello della retribuzione ecco che emerge in tutta la sua evidenza il “gender pay gap”: il totale delle donne occupate prende la metà degli uomini in provincia di Vicenza con una media di 28.601 euro di retribuzione base per i lavoratori dipendenti maschi e 17.987€ le femmine. In media una donna riceve al giorno una retribuzione di 49,28€ mentre un uomo 78,36€. Il divario è di quasi 30€. Il gap retributivo si riflette anche sulla situazione pensionistica, con una media che penalizza pesantemente le donne che arrivano a percepire quasi la metà degli uomini.

Ida Grimaldi, Avv. Cassazionista del Foro di Vicenza ed esperta in Discriminazioni di Genere e Pari Opportunità, ha evidenziato come il World Economic Forum nel suo Global Gender Gap Report del 2023 abbia registrato per l'Italia un arretramento di posizione: dal 63^ posto del 2022 al 79^ posto del 2023. Responsabili di questo gap sono soprattutto l'incidenza del lavoro non retribuito e il part time, quindi la qualità del lavoro per le donne. L'Avv. Grimaldi ha ricordato l'importanza della Legge Regionale 3/2022, la quale introduce proprio strumenti e misure per contrastare la cultura discriminatoria nelle aziende. Tra questi strumenti la certificazione della parità di genere, che verrà rilasciata alle aziende che adottano una reale politica globale di parità per rimuovere gli ostacoli verso l’integrazione, assegnando un punteggio premiale che porterà a sgravi fiscali e contributivi. L'Avv. Grimaldi ha inoltre sottolineato come la parità retributiva e la qualità contrattuale per la donna significhino anche indipendenza economica, prima arma contro la violenza e passo imprescindibile verso l’autonomia non sono decisionale. La leva del denaro spesso viene infatti usata come ricatto, in contesti dove ancora oggi la gestione finanziaria viene affidata ai mariti.

Isabella Sala, vicesindaca di Vicenza e assessora alle Pari Opportunità, ha evidenziato come in Consulta si stia attuando un piano per diffondere la cultura della parità di genere, a partire dal linguaggio utilizzato all’interno delle istituzioni e nella definizione dei ruoli. Insieme al linguista Nicola Noro e con la Consigliera Martina Corbetta è infatti in fase di elaborazione una pubblicazione con delle linee guida per l’utilizzo inclusivo delle parole.

Francesca Lazzari, Consigliera di Parità della Provincia di Vicenza, ha sottolineato come una delle iniziative più significative sia l’istituzione, tramite la legge regionale 3/2022, di un Registro delle imprese virtuose, strumento che dovrà favorire comportamenti virtuosi delle imprese in ordine alla parità retributiva e alle pari opportunità di lavoro e nel lavoro tra donne e uomini. Questa può rappresentare una certificazione simbolo che faciliti lo sviluppo di un processo culturale di più ampio respiro, che necessita della vigilanza e del ruolo di garanzia offerto dalle Consigliere di parità sul territorio nonché dello sviluppo della centralità di un welfare sociale con una rete di servizi efficace che riduca il carico di lavoro di cura delle donne in ottica di condivisione vera.

Silvia Cavallarin, Coordinatrice UO 7 di Veneto Lavoro, ha ringraziato il territorio vicentino per la grande risposta al convegno e ha ricordato come la campagna Equamente al lavoro continuerà a far tappa in tutte le province del Veneto per stimolare la riflessione e promuovere la parità retributiva tra uomo e donna: i prossimi convegni provinciali saranno a Belluno l’8 marzo, a Treviso il 17 aprile, a Verona il 18 maggio e a Venezia il 13 giugno. Prenderà inoltre il via proprio da Vicenza la fase della Campagna dedicata agli incontri negli istituti superiori con l’Istituto G. Piovene di Vicenza. 

A questo link è disponibile il programma completo dell’evento. Slide del convegno:
Centro Studi CISL Vicenza

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