Lavoro: cresce l’occupazione stabile in Veneto
Nel 2022 registrate 230 mila assunzioni a tempo indeterminato
Il 2022 ha confermato per il mercato del lavoro veneto una tendenza in atto già da alcuni anni, che solo durante la pandemia ha subito un brusco rallentamento: la crescita dell’occupazione stabile. Nell’ultimo anno infatti le assunzioni a tempo indeterminato hanno toccato il livello più alto dalla crisi finanziaria del 2008, con oltre 230 mila attivazioni, tra assunzioni dirette e trasformazioni di rapporti a termine. Il 21% in più rispetto al 2021.
È quanto emerge dall’approfondimento statistico dell’Osservatorio di Veneto Lavoro su caratteristiche e cause dell’aumento degli accessi al tempo indeterminato in regione negli ultimi anni.
Tra le più recenti cause di tale fenomeno ci sarebbe anche l’effetto traino dei molti contratti a tempo determinato stipulati nel 2021 in fase post-pandemica, poi trasformati a tempo indeterminato a un anno di distanza in un periodo di maggiore incertezza dovuto al difficile contesto internazionali (guerra in Ucraina, aumento dei costi energetici e difficoltà di approvvigionamento).
Le nuove attivazioni hanno interessato prevalentemente gli uomini, i lavoratori con cittadinanza italiana e quelli con un’età compresa tra i 30 e i 54 anni, così come era già avvenuto negli anni precedenti. Il 42% degli accessi al tempo indeterminato, tramite assunzione diretta o trasformazione, è avvenuto nell’industria e in particolare nei comparti del Made in Italy e nel metalmeccanico, mentre il 57% si è registrato nei servizi, soprattutto commercio, turismo, ingrosso, logistica e servizi alla persona.
Dei 38.500 posti di lavoro stabili guadagnati nell’anno in regione, quasi 10.000 si sono concentrati nella provincia di Padova e altri 7.600 nel veronese. Proprio Padova e Verona, oltre a Treviso e Venezia, sono anche i territori che nel 2022 hanno registrato il maggior numero assoluto di assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato.
La maggior parte delle assunzioni (46%) ha riguardato lavoratori il cui ultimo rapporto di lavoro era già a tempo indeterminato (di questi, il 60% aveva rassegnato le dimissioni nel mese precedente), il 40% ha interessato lavoratori che possedevano un contratto a termine, mentre il 14% dei neo assunti risultava alla prima esperienza lavorativa in Veneto. L’incremento dei contratti a tempo indeterminato non sembra infine essere associato a una minore stabilità nel tempo. Al contrario, i rapporti attivati negli ultimi tre anni sembrano avere una durata media maggiore rispetto a quanto non avvenisse negli anni precedenti.
Tutti i dati sull’aumento dell’occupazione stabile in regione sono disponibili nella pubblicazione “Misure/113 – L’accesso al tempo indeterminato: tendenze recenti e percorsi lavorativi”, pubblicata nella sezione dedicata del sito di Veneto Lavoro, www.venetolavoro.it/misure.
- Fonte: Veneto Lavoro