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Pubblicato il 13.05.2022

Veneto: ad aprile rallenta la crescita occupazionale

Nei dati della Bussola di Veneto Lavoro l’andamento del mercato del lavoro veneto nei primi quattro mesi dell’anno


Nonostante l’aggravarsi del conflitto in Ucraina, con le conseguenti ricadute sul fronte economico e internazionale, il mercato del lavoro veneto continua a mostrare una sostanziale tenuta dei livelli occupazionali, anche se nel mese di aprile si osservano i primi segnali di rallentamento.

Secondo i dati della Bussola di Veneto Lavoro, nell’ultimo mese si sono registrati in regione 13.700 posti di lavoro dipendente in più, di cui circa 10 mila a tempo determinato e 3 mila a tempo indeterminato. Si tratta di un risultato nettamente migliore rispetto a quelli registrati nel 2020, in piena emergenza Covid, e nel 2021, quando si iniziavano a intravedere i primi segnali di ripresa, ma inferiore ai livelli pre-pandemia quando il saldo mensile di aprile si attestava a quote superiori alle 19 mila posizioni lavorative.

Il volume delle assunzioni nel periodo gennaio-aprile è in crescita del 50% sul 2021, ma ancora inferiore del -1% sul 2019, con un incremento più sostenuto per donne e giovani. Quelle a tempo indeterminato, pur essendo fisiologicamente inferiori a quella a tempo determinato, sono in crescita da mesi e partecipano in maniera significativa al saldo positivo. Il 30% dei nuovi contratti è part-time, con percentuali che arrivano al 47% per le donne. In aumento anche le cessazioni, la maggior parte delle quali dovute alla conclusione di lavori a termine o dimissioni, mentre i licenziamenti, pur raddoppiati rispetto al 2021 quando ancora era in vigore il divieto imposto dal Governo per limitare le conseguenze occupazionali della pandemia, rappresentano una quota marginale del totale delle cessazioni dei rapporti di lavoro.

Venezia e Verona sono le province che mostrano i saldi occupazionali più positivi, mentre Belluno sconta la conclusione dei contratti stagionali legati al turismo invernale ed è l’unico territorio a registrare un bilancio negativo in questi primi mesi dell’anno. A livello settoriale, i servizi, trainati dal turismo, crescono dell’85% rispetto allo scorso anno, mentre la manifattura comincia a mostrare segnali di rallentamento della crescita passando dal +37% registrato nel primo trimestre dell’anno al +32% del periodo gennaio-aprile. Le assunzioni in agricoltura, settore condizionato dalla stagionalità delle attività di raccolta e da fattori climatici, segna un -7%.

Al 30 aprile 2022 i disoccupati iscritti ai Centri per l’impiego del Veneto risultano complessivamente 279.463, cui si aggiungono circa 108 mila persone che risultano occupate con impiego compatibile, per ragioni di durata o di reddito, con la conservazione dello stato di disoccupazione.

Le ricadute della guerra in Ucraina riguardano soprattutto le prospettive di crescita: per il 2022 il Pil nazionale è visto al momento in rialzo del +2,2% (ad ottobre le previsioni parlavano di un +3,8%) e quello veneto del +2,4% (era +3,9%). Il clima di incertezza e la spinta inflazionistica stanno inoltre riducendo i consumi delle famiglie e gli investimenti e stanno minando il clima di fiducia delle imprese.

La Bussola di Veneto Lavoro con i dati del mercato del lavoro veneto nel mese di aprile e il quadro del contesto economico è disponibile alla pagina www.venetolavoro.it/bussola.

 

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