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Pubblicato il 24.03.2017

Veneto in alternanza: il progetto che avvicina scuola e lavoro

Istituzioni, scuole, imprese, enti di formazione e di categoria in rete per individuare nuovi modelli di alternanza

L’alternanza scuola-lavoro coinvolgerà l’anno prossimo in Veneto circa 114 mila alunni e già quest’anno sono 22 mila le aziende che accolgono studenti delle scuole superiori per esperienze di alternanza. Numeri che fanno del Veneto la seconda regione italiana, dopo la Lombardia, a offrire ai giovani questa opportunità di orientamento e formazione.

La Regione del Veneto ha sempre prestato particolare attenzione a tale metodologia didattica, resa ora obbligatoria a livello nazionale, investendo solo negli ultimi anni, 5 milioni di euro in 418 progetti di alternanza che hanno coinvolto 15 mila studenti.

Proprio con l’obiettivo di mettere a sistema l’esperienza veneta e costruire una rete tra istituzioni, scuole, imprese, enti di formazione e di categoria, la Regione del Veneto ha promosso il progetto V.I.A. – Veneto In Alternanza, che è stato presentato giovedì 23 marzo presso la sede di Confindustria Venezia a Marghera (VE).

L’iniziativa, finanziata con 400.000 euro del Fondo Sociale Europeo e realizzata in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, vede come capofila la società di formazione di Confindustria Verona e coinvolge una ventina di aziende, 12 associazioni di categoria ed enti di formazione, 4 camere di commercio, due università e un ente di ricerca. L’obiettivo è quello di costruire modelli di alternanza tra scuola e imprese e buone prassi di progettazione formativa.

Attraverso il progetto, come sottolineato durante l’incontro di presentazione dal Direttore dell’Area Capitale Umano e Cultura, Santo Romano, la Regione del Veneto intende sostenere i processi di alternanza promossi dalle scuole venete, sviluppare una cultura del lavoro e della sicurezza, accompagnare sperimentazioni di impresa simulata e fare dei luoghi di lavoro luoghi educativi.

L’assessore regionale al lavoro, alla formazione e all’istruzione, Elena Donazzan, ha inoltre evidenziato l’intenzione di individuare modelli di integrazione tra scuola e lavoro alternativi all’obbligo delle 200/400 ore previsto dalla “Buona Scuola” e ha illustrato le azioni complementari che la Regione mette in campo a sostegno dell’alternanza: tirocini lavorativi all’estero, percorsi di formazione linguistica all’estero, sperimentazione del sistema duale tra gli istituti di formazione professionale e alto apprendistato negli istituti superiori.

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