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Pubblicato il 15.01.2020

Reddito di cittadinanza: al via l’assegno di ricollocazione e i lavori socialmente utili

Novità in arrivo per i beneficiari del RdC, dall’assistenza nella ricerca di un impiego ai lavori socialmente utili

Nei prossimi mesi i beneficiari del Reddito di cittadinanza potranno usufruire dell’Assegno di ricollocazione, la misura di politica attiva che consente di ottenere un servizio di assistenza intensiva nella ricerca di lavoro. È quanto prevede l’avviso Anpal del 10 gennaio 2020.

L’Assegno di ricollocazione per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza (AdRdC) può essere speso presso un Centro per l’Impiego (CPI) o un soggetto accreditato per i Servizi al Lavoro a livello nazionale o regionale in cambio di un supporto, attraverso tutor dedicati, nella ricerca di opportunità di lavoro e nelle successive fasi di preselezione e inserimento in azienda, per un periodo massimo di 12 mesi.

Ad attribuirlo è l’Anpal, a seguito della verifica effettuata dal Centro per l’Impiego in occasione del primo appuntamento con il beneficiario del Reddito di Cittadinanza, nel caso in cui questi sia tenuto alla stipula del Patto per il lavoro. Ottenuto l’Assegno, il beneficiario ha 30 giorni di tempo per scegliere l’ente presso il quale usufruire dei servizi previsti, mentre il soggetto erogatore (CPI o ente accreditato) è tenuto a inserire sul portale MYANPAL le attività previste nel programma di ricerca intensivo e di tracciarne l’esito.

In caso di rifiuto di svolgere le attività individuate dal tutor si applicano i meccanismi di condizionalità, ovvero la possibile riduzione o cancellazione del Reddito.

Maggiori informazioni sull’Assegno di ricollocazione per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza sono disponibili nell’avviso Anpal del 10 gennaio 2020, nella delibera Anpal n. 23/2019 e nell’Allegato contenente le procedure per la gestione delle sedi operative nell’ambito dell’AdRdC.

Un’altra novità in arrivo è l’obbligo per i beneficiari del RdC di svolgere progetti utili alla collettività (Puc) presso il proprio Comune di residenza. A definire caratteristiche e modalità di svolgimento dei Puc è il decreto del Ministero del Lavoro del 22 ottobre 2019, pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’8 gennaio 2020.

Nell’ambito del Patto per il lavoro o del Patto per l’inclusione sociale, i beneficiari del RdC dovranno quindi svolgere lavori socialmente utili alla comunità per almeno 8 ore alla settimana e per non più di 16 ore, pena la perdita del Reddito.  

I progetti saranno individuati dagli stessi Comuni in base alle proprie esigenze in ambito sociale, culturale, ambientale, artistico e formativo: manutenzione del verde pubblico, assistenza domiciliare, cura delle biblioteche, organizzazione manifestazioni ed eventi, accompagnamento dei bambini alla scuola bus, raccolta dei rifiuti e molte altre attività, ma sempre in supporto agli operatori preposti. Le attività, non retribuite, non potranno infatti riguardare lavori od opere pubbliche oggetto di appalto o esternalizzazione né riguardare mansioni in sostituzione del personale dipendente dell’ente pubblico.

Dallo svolgimento dei Puc sono esentati gli occupati con reddito da dipendente superiore agli 8.145 euro o da lavoro autonomo maggiore di 4.800 euro, gli studenti, i percettori di pensione di cittadinanza, gli over 65, le persone con disabilità e i componenti del nucleo familiare che hanno incarichi di cura verso minori o disabili.

  • Fonte: Redazione ClicLavoro Veneto

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