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Pubblicato il 19.12.2018

Occupazione: in crescita i contratti a tempo indeterminato

Sia in Italia che in Veneto si affievolisce la crescita del lavoro a termine a favore del tempo indeterminato

In un contesto di lieve diminuzione dell’occupazione, nel terzo trimestre del 2018 tornano a crescere, in Italia e in Veneto, i contratti a tempo indeterminato. È quanto emerge dalla nota congiunta di Istat, Ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal, in riferimento ai dati nazionali, e dalla Bussola sul mercato del lavoro regionale di Veneto Lavoro.

Tra luglio e settembre, in Italia, il saldo tra assunzioni e cessazioni di rapporti di lavoro è stato positivo per appena 15 mila posizioni, grazie soprattutto all’andamento dei servizi (+15 mila) e dell’industria (+7 mila), mentre l’agricoltura ha registrato un saldo negativo per 11 mila unità. Da registrare nel trimestre la battuta d’arresto dei contratti a tempo determinato, che per la prima volta dopo oltre due anni mostrano un saldo negativo (-27 mila). Su base annua, però, l’aumento del lavoro a termine continua per il decimo trimestre consecutivo (+256 mila), seppure a ritmi meno intensi rispetto ai mesi precedenti. Torna a crescere il tempo indeterminato (+118 mila posizioni di lavoro), grazie soprattutto alle trasformazioni.

Riguardo alle altre tipologie contrattuali, prosegue l’aumento dei lavoratori a chiamata o intermittenti (+16 mila) e dei lavoratori in somministrazione, mentre si conferma modesto il ricorso alle nuove forme contrattuali di lavoro occasionale introdotte in sostituzione dei voucher: il Contratto di prestazione occasionale e il Libretto Famiglia hanno raggiunto rispettivamente le 20 mila e le 7 mila attivazioni.

Tendenza analoga in Veneto. Le assunzioni con contratto a tempo indeterminato sono cresciute del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, le trasformazioni addirittura del 66%, per un saldo che si rivela positivo sia nel trimestre (+6.500) che su base annua (+7.800). Continua anche la fase positiva dei contratti di apprendistato (+13%). Il lavoro a termine affievolisce la sua crescita, che rimane tuttavia positiva su base annua (+21.300), mentre la somministrazione mostra un saldo trimestrale negativo (-5.300) e segnali di contrazione su base annua.

Tra le altre tipologie contrattuali, sembra essersi stabilizzato in regione il ricorso al lavoro intermittente, che lo scorso anno era esploso come risposta alla soppressione dei voucher, così come il lavoro domestico, che interessa sempre più anche le lavoratrici italiane.

La sintesi della Bussoladi Veneto Lavoro è disponibile all’interno della Press Area di ClicLavoro Veneto. Per navigare liberamente tutti i dati del mercato del lavoro regionale, per territorio, settore o professione, è possibile consultare la sezione dedicata alla geografia del lavoro su www.venetolavoro.it

  • Fonte: Redazione ClicLavoro Veneto

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