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Pubblicato il 18.09.2019

Veneto: occupazione ai massimi, ma la crescita rallenta

Il tasso di occupazione sfiora quota 68%, 30 mila posti in più nel secondo trimestre 2019

Con un tasso di occupazione al 67,9% e circa 30 mila posti di lavoro dipendente guadagnati tra aprile e maggio 2019, il mercato del lavoro veneto fa segnare nuovi massimi occupazionali. La conferma arriva dai dati di Istat e Veneto Lavoro relativi al secondo trimestre 2019.

La Bussola sul mercato del lavoro veneto, a cura dell'Osservatorio di Veneto Lavoro, mostra che la fase di crescita non si è ancora arrestata, sebbene permangono i segnali di rallentamento già osservati nei trimestri precedenti. Il saldo trimestrale tra assunzioni e cessazioni è infatti positivo per 29.500 posizioni di lavoro dipendente, ma si tratta del dato peggiore degli ultimi cinque anni per quanto riguarda il secondo trimestre. La dinamica su base annua rimane positiva con un saldo di 25.900 posti di lavoro in più rispetto a luglio 2018.

La crescita innescata a partire dal 2015 ha consentito di raggiungere nuovi picchi occupazionali, come certificato dai dati Istat, anche se il concomitante incremento dei posti di lavoro a part time riduce l’impatto sulla quantità di lavoro complessivamente generata.

Ad aumentare sono soprattutto i contratti a tempo indeterminato, sospinti dall’effetto di diversi fattori: gli incentivi per l’assunzione di giovani fino a 35 anni di età, l’incremento delle trasformazioni di contratti a termine e gli effetti del Decreto Dignità. Per motivi analoghi, si riduce il ricorso al lavoro a termine. Il saldo dei contratti a tempo determinato rimane positivo ma si dimezza rispetto allo scorso anno, a causa della contrazione delle assunzioni e dell’aumento di trasformazioni e cessazioni. La somministrazione rimane invariata nei saldi ma vede ridursi del 35% le assunzioni, nonostante l’aumento di quelle a tempo indeterminato, quintuplicate rispetto allo scorso anno ma ancora poco rilevanti in valore assoluto (1.400 in totale). 

La crescita occupazionale è diffusa a tutti i settori, con l’eccezione dell’istruzione (-20.100 posti di lavoro), interessato in questo periodo dell’anno dalle cessazioni dei contratti relativi ai docenti supplenti della scuola, e dei servizi finanziari (-100), in difficoltà ormai da molti trimestri. La stagionalità tipica del periodo incide anche sul settore turistico (+4.000 posizioni lavorative) e sugli andamenti territoriali. Crescono infatti proprio le province più turistiche quali Venezia e Verona (rispettivamente +26.300 e +10.000), mentre le altre registrano variazioni nulle o lievemente negative: +800 a Rovigo, -2.300 a Vicenza e -2.600 sia a Padova che a Treviso.

La sintesi grafica della Bussola con i principali dati sull’andamento del mercato del lavoro veneto nel secondo trimestre 2019 è disponibile online nella Press Area di ClicLavoro Veneto.

  • Fonte: Redazione ClicLavoro Veneto

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