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Pubblicato il 30.12.2016

Lavorare all’estero: ecco i consigli utili per prepararsi a partire

Una volta scelta la propria meta è importante informarsi sugli stili di vita e sulle condizioni di lavoro nel Paese di destinazione

Nel solo 2015 108.000 italiani hanno deciso di lasciare il proprio Paese per andare a studiare o lavorare all’estero, portando il numero complessivo di connazionali iscritti all’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, a quota 4,8 milioni. È quanto emerge dal rapporto Italiani nel Mondo 2016 della Fondazione Migrantes, disponibile all’indirizzo www.migrantes.it, nel quale si legge che in molti casi (quasi 40.000) si tratta di giovani tra i 18 e i 34 anni, spesso con titoli di studio post-laurea, che vedono nell’emigrazione uno strumento per soddisfare i propri desideri lavorativi e per migliorare la propria condizione.

Germania e Gran Bretagna si confermano tra le mete preferite da chi ha lasciato il Paese nell’ultimo anno, mentre le destinazioni più gettonate oltreoceano rimangono Argentina e Brasile. Il Veneto, che conta 371.348 italiani iscritti all’AIRE, è la seconda regione italiana per numero di espatri nel 2015, con 10.374 partenze.

Ma decidere di lasciare l’Italia per studiare o lavorare all’estero è una scelta che comporta un’adeguata conoscenza degli stili di vita e delle condizioni di lavoro nel Paese di destinazione. Proprio a questo scopo Eures, la rete europea per la mobilità professionale, ha realizzato la guida “Pronti a partire?”, con specifici consigli utili per ogni Paese dell’Unione europea.

La prima cosa da fare è quella di studiare la lingua del Paese di destinazione e informarsi sulle norme che disciplinano il mercato del lavoro e sulla cultura organizzativa nel posto di lavoro e nella società in generale, che può variare sensibilmente tra una nazione e l’altra. Nei Paesi nordici, ad esempio, la struttura gerarchica è minima, mentre in Francia è molto più articolata e nell’Europa dell’Est il riconoscimento dell’autorità tende a essere molto importante. Il vedersi catapultati in una realtà culturamente diversa dalla propria è infatti uno degli ostacoli maggiori che si trova ad affrontare chi si trasferisce all'estero.

Per cercare attivamente un lavoro si possono consultare periodicamente gli annunci pubblicati in internet, utilizzando anche il portale Eures o i portali dedicati agli stranieri in cerca di lavoro presenti in alcuni Paesi, nei siti web delle aziende, sui quotidiani e presso uffici di collocamento pubblici o società private. Alle offerte di proprio interesse è opportuno rispondere in lingua, personalizzando la propria candidatura e inviandola direttamente al responsabile delle risorse umane, e conservare una lista dei posti vacanti ai quali si è risposto. In caso di candidatura spontanea, occorrre prestare particolare attenzione a sintassi e ortografia, che devono essere perfette, e utilizzare un formato europeo di curriculum vitae, uniformando le proprie conoscenze al passaporto delle competenze Europass.

Riguardo ai consigli per i singoli Paesi, prendendo ad esempio le mete europee preferite dai giovani, in Germania è apprezzato un CV sintetico, comprensivo di fotografia, meglio se in formato Europass. Il colloquio è generalmente molto ben strutturato e condotto da più persone. In base ad un’apposita legge anti discriminazione non sono ammesse domande relative a situazioni strettamente private (salute, credo religioso, orientamento sessuale ecc.). La puntualità è un requisito molto importante.

Nel Regno Unito è buona norma attenersi rigorosamente alle istruzioni riportate nelle vacancies e, considerato che il numero di candidature ammesse spesso è limitato, è consigliabile inviare la propria per tempo. Il curriculum non deve necessariamente includere una foto (non è obbligatorio nemmeno inserire la data di nascita) e il CV Europass non è particolarmente diffuso. Al colloquio, svolto in un’atmosfera formale ma amichevole, i candidati devono essere educati, puntuali, ben vestiti e in grado di esprimersi chiaramente in inglese. La discussione verterà principalmente sulla competenze e sulla corrispondenza al profilo ricercato. Il video colloquio è una modalità utilizzata con più frequenza rispetto al passato.

Per approfondimenti su Eures è possibile consultare la pagina dedicata di ClicLavoro Veneto e il portale Eures della Commissione europea, ec.europa.eu/eures

  • Fonte: Redazione ClicLavoro Veneto

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