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La riforma del secondo ciclo d’istruzione

La riforma del secondo ciclo d'istruzione

I percorsi possibili per l'istruzione secondaria superiore

Dall'anno scolastico 2010/2011 è entrato in vigore il cosiddetto "riordino" del secondo ciclo di istruzione.

A seguito della riforma, il sistema di istruzione secondaria superiore è stato completamente cambiato per offrire un panorama più chiaro per le scelte delle famiglie e si articola così in 23 percorsi possibili: 6 indirizzi liceali, 11 indirizzi tecnici, 6 indirizzi professionali. Sono successivamente state aggiunte le opzioni: varianti di specifici indirizzi attivabili su richiesta.
Istruzione
Anche il sistema di istruzione e formazione professionale ha subito un ridimensionamento: sono stati attivati 21 percorsi triennali, successivamente diventati 22.

Il riordino ha riguardato anche altri aspetti:

  • la necessità di dare spazio all'approfondimento delle nozioni chiave: molti istituti, spinti anche da problemi legati agli orari dei mezzi pubblici, avevano ridotto le ore a 50 minuti, aumentando di conseguenza il numero delle materie da studiare. La riforma, ripristinando le ore da 60 minuti, ha voluto invece diminuire il numero delle materie, per consentire agli studenti di rafforzare ed approfondire le nozioni trasmesse a scuola;
  • il rafforzamento dell'autonomia scolastica: ogni istituto ha la possibilità di progettare dei percorsi in maniera autonoma, sulla base del proprio background, delle proprie caratteristiche e delle esigenze del territorio in cui è situato. Per far questo è possibile intervenire su una percentuale dell'orario (variabile dal 20 al 30%), coinvolgere esperti esterni alla scuola, operare in rete con altri soggetti del territorio, come scuole, università, centri di ricerca aziende, ecc;
  • unione tra tradizione e modernità. A questo proposito sono stati introdotti dei provvedimenti come: rafforzamento della componente scientifica nei curricula scolastici tramite un incremento orario di materie quali matematica, fisica e scienze; insegnamento della lingua inglese in tutti gli istituti per la durata complessiva dei cinque anni; introduzione dell'insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera; utilizzo dell'informatica e delle nuove tecnologie come strumenti per l'apprendimento. Inoltre, si sostiene l'organizzazione di percorsi che permettano di superare la tradizionale rigida separazione tra mondo della scuola e mondo del lavoro, per rendere più "morbido" il passaggio tra questi due ambiti: spazio dunque a stage, tirocini e percorsi di alternanza scuola-lavoro.