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Pubblicato il 01.09.2020

Covid-19 e occupazione: per la prima volta in Veneto saldo negativo nel secondo trimestre dell'anno

I dati di Veneto Lavoro sul periodo aprile-giugno confermano il peso che la pandemia ha avuto sul mercato del lavoro regionale  


Il mercato del lavoro veneto nel secondo trimestre 2020

Tra aprile e giugno 2020 si è registrato in Veneto un saldo occupazionale negativo, come mai era accaduto prima in questo periodo dell’anno, con una perdita di 6.700 posti di lavoro dipendente. A determinare tale risultato sono gli effetti dell’emergenza Covid-19 e in particolare le misure di lockdown imposte per il contenimento alla diffusione del virus, che hanno comportato il mancato avvio delle attività stagionali legate alla Pasqua e quello ritardato della stagione estiva.

La Bussola di Veneto Lavoro con i dati del secondo trimestre 2020 conferma quindi il peso che la pandemia ha avuto sul mercato del lavoro regionale, come peraltro già anticipato in altri approfondimenti statistici dell’Osservatorio dell’ente regionale.

A diminuire sono soprattutto le assunzioni, dimezzate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-49%), mentre il divieto di licenziamento e l’estensione della cassa integrazione a buona parte della platea di lavoratori dipendenti hanno contribuito a limitare il numero delle cessazioni (-36,5%), dovute prevalentemente alla scadenza di contratti a tempo determinato. Questo spiega anche la diminuzione dei disoccupati (-18%), cui si accompagna però un incremento degli scoraggiati, principalmente giovani che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro ma che rinunciano a cercare un’occupazione per le difficoltà legate alla situazione attuale. Una tendenza che sembra essersi in parte invertita da giugno, a dimostrazione di una rinnovata fiducia nella ricerca di lavoro.

I risultati trimestrali maggiormente negativi si registrano a Padova (-5.600 posti di lavoro tra aprile e giugno), Treviso (-5.300) e Vicenza (-4.700), ma nel confronto con il 2019 sono Venezia e Verona, ovvero le province a maggiore caratterizzazione stagionale, quelle che mostrano la contrazione più elevata: +6.700 a fronte dei +26.700 del 2019 nel capoluogo lagunare e +1.400 contro +10.700 in quello scaligero. Variazioni più contenute a Belluno (+500) e Rovigo (+300).

Dopo i picchi negativi registrati in aprile, a maggio e a giugno si sono però osservati i primi segnali di ripresa, con l'arresto della caduta occupazionale e il parziale recupero delle assunzioni. I dati aggiornati al mese di luglio, diffusi da Veneto Lavoro tramite specifici approfondimenti statistici sull'impatto del Covid-19 sul mercato del lavoro regionale, confermano l'accentuarsi di tale ripresa, con un saldo mensile di +12.000 posizioni di lavoro, un valore superiore a quello registrato nel 2019.

I danni occupazionali subiti in periodo di pandemia, quantificabili in circa 53 mila posti di lavoro dipendente persi tra mancate assunzioni e rapporti di lavoro conclusi, non sembrano tuttavia recuperabili in tempi brevi.

Tutti i dati sull'andamento del mercato del lavoro regionale nel secondo trimestre 2020 sono disponibili nella Bussola dell'Osservatorio di Veneto Lavoro alla pagina http://www.venetolavoro.it/bussola.

 

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