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Pubblicato il 25.02.2019

Veneto Lavoro fotografa lo stato della disoccupazione in Veneto

L’Osservatorio sul mercato del lavoro regionale ha analizzato le caratteristiche degli utenti dei Centri per l’Impiego e l’attività svolta dalla rete pubblica

Sono circa 140 mila gli utenti che ogni anno si rivolgono ai Centri per l’Impiego del Veneto per ricevere assistenza nella ricerca di un nuovo lavoro o per svolgere pratiche amministrative legate alla gestione dello stato di disoccupazione. Di questi, il 30% rimane disoccupato per meno di un anno e una percentuale simile alterna periodi di disoccupazione a periodi di lavoro di breve durata, che spesso sfociano in un’occupazione più stabile. Uno su quattro incontra invece maggiori difficoltà a ricollocarsi, dando inizio a un periodo di disoccupazione di lunga durata.

Sono alcuni dei dati emersi dall’ultimo approfondimento statistico dell’Osservatorio di Veneto Lavoro sulle caratteristiche dei disoccupati iscritti ai Centri per l’Impiego della regione e sulle attività svolte dai servizi pubblici per l’impiego.

Secondo il report, su un totale di 138 mila disoccupati che nel 2016 si sono rivolti ai CPI del Veneto, 48.500 hanno trovato lavoro entro un anno, 6.000 hanno dovuto aspettare più di 12 mesi, 43.700 hanno iniziato un periodo di precarietà più o meno lungo e 34.700 sono rimasti in stato di disoccupazione.

Circa la metà dei disoccupati che ogni anno si rivolgono alla rete pubblica sono interessati da almeno un intervento di politica attiva, tra orientamento specialistico, formazione, accompagnamento al lavoro, tirocinio e incentivi all’assunzione. Circa 10.000 invece quelli che trovano un lavoro grazie ad una attività di intermediazione diretta del Centro per l’Impiego (attivazione di tirocini, collocamento mirato, servizio formale e informale di incontro domanda-offerta ecc).

La ricerca propone infine una tipizzazione della popolazione disoccupata veneta in base a quattro gruppi: i “Candidati al reddito di cittadinanza” (circa il 10% del totale di quanti presentano la DID), rappresentati da quanti hanno maggiore difficoltà ad uscire dalla condizione di disoccupazione, i “Da non disturbare” (13%), tipicamente precari della scuola o altri lavoratori stagionali che a dispetto delle dichiarazioni formali non sono immediatamente interessati a ricollocarsi, i “Licenziati resilienti” (37%), persone che hanno perso il lavoro a seguito di licenziamento e che trovano difficoltà a rioccuparsi, e gli “Innanzitutto precari” (40%), lavoratori spesso giovani ed istruiti la cui carriera lavorativa è caratterizzata dall’alternarsi di impieghi temporanei.

Il report di Veneto Lavoro è disponibile nella sezione dedicata del sito www.venetolavoro.it.

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