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Pubblicato il 20.12.2017

Occupazione: in Veneto 40 mila posti di lavoro in più, crescono sia contratti a termine che a tempo indeterminato

Tutti i dati sono consultabili online nella sezione dedicata del sito di Veneto Lavoro, ora arricchita con le informazioni sui saldi per singola tipologia contrattuale

Nonostante un trimestre storicamente negativo, a causa della conclusione di numerosi contratti a termine dopo la stagione estiva, l’occupazione in Veneto non arresta la sua crescita. Nell’ultimo anno, infatti, i posti di lavoro dipendente guadagnati sono circa 39.400.

La conferma arriva dai dati della Bussola di Veneto Lavoro del terzo trimestre 2017, pubblicata a novembre e che già anticipava alcune delle dinamiche poi rilevate a livello nazionale da Istat, Ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal nella Nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell'occupazione

Anche in Veneto, ad esempio, la crescita è favorita da un contesto economico in miglioramento, risulta trainata principalmente dai contratti a tempo determinato (76 mila in più da inizio 2015 e 30 mila in più nell’ultimo anno) e si concentra nel settore dei servizi (+28.400). Variazioni positive in ambito di lavoro dipendente si registrano però anche per l’apprendistato (+6.900 in un anno) e per il lavoro somministrato tramite agenzia (+2.100 mila). A differenza di quanto avviene sul territorio nazionale, invece, i posti a tempo indeterminato non diminuiscono e si mantengono sui livelli raggiunti a fine 2015, quando, grazie soprattutto ai generosi incentivi previsti per le assunzioni con questa tipologia contrattuale, si era registrato un saldo annuo di 63 mila contratti a tempo indeterminato in più. Sorprende scoprire che dall’inizio della crisi (luglio 2008) a oggi le posizioni a tempo indeterminato in regione non non sono calate, ma anzi aumentate di circa 7.300 unità.

Il dato più eclatante del trimestre dal punto di vista contrattuale rimane però quello relativo al lavoro intermittente (job on call), le cui attivazioni sono quasi triplicate da quando, nel marzo scorso, è entrata in vigore l’abrogazione del lavoro accessorio e il divieto di emissione di nuovi voucher. Nel periodo aprile-settembre 2017 si sono infatti registrate 39 mila attivazioni di rapporto di lavoro intermittente (15 mila nel terzo trimestre) a fronte delle 12.500 dello stesso periodo dell’anno precedente, prevalentemente nel settore dei servizi, proprio quello in cui il lavoro accessorio incideva maggiormente.

È evidente, quindi, come buona parte delle aziende, soprattutto quelle attive nel commercio e nel turismo, in attesa di nuovi strumenti per prestazioni di tipo occasionale abbiano virato verso il lavoro intermittente, ma anche verso contratti a tempo determinato. Un fenomeno che sembrerebbe destinato a proseguire, considerato che i primi dati sul contratto di prestazione occasionale PrestO e sul Libretto Famiglia, sostituti dei voucher, dimostrano uno scarso utilizzo di tali strumenti.

Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare la banca dati di Veneto Lavoro, che ora consente di analizzare l’andamento occupazionale in regione anche sulla base dei saldi tra assunzioni e cessazioni di ogni singola tipologia di contratto, all’indirizzo www.venetolavoro.it/saldi-delle-posizioni-lavorative.

Per maggiori informazioni sul mercato del lavoro veneto nel terzo trimestre 2017 è inoltre possibile consultare la Bussola di Veneto Lavoro, disponibile in versione integrale su www.venetolavoro.it e in sintesi grafica nella Press Area di ClicLavoro Veneto.

  • Fonte: Redazione ClicLavoro Veneto

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